Insegnanti di Economia Aziendale di Lucera - 15-03-2005
Egregio Ministro,
l'attuazione della riforma della scuola secondaria superiore, così come prevista nello schema di decreto del 17 gennaio 2005 in attuazione della legge 28 marzo 2003 n. 53, da molte parti del mondo della scuola e delle imprese suscita numerose perplessità in relazione alle finalità che si intendono raggiungere e alle modalità attraverso le quali gli attuali livelli di istruzione si vorrebbero migliorare.
Non risulta comprensibile la particolare necessità di far confluire negli unici canali dei Licei e della Formazione Professionale le due modalità di proseguimento degli studi secondari, attraverso la totale soppressione degli Istituti Tecnici. Questi ultimi, da decenni, hanno costituito il canale di istruzione privilegiato da generazioni di studenti interessati a conseguire una buona preparazione culturale di base e la acquisizione di solide competenze professionali spendibili per l'inserimento nel mondo del lavoro, con qualifiche medio-alte, presso aziende private e della Pubblica Amministrazione.
Come sempre si passa da un eccesso all'altro!… Dalla miriade di indirizzi, sperimentali e non, attualmente esistenti, all'interno dei quali noi docenti progressivamente abbiamo dovuto trovare la nostra connotazione professionale, adeguando i contenuti dei programmi alle non poche sfaccettature che li caratterizzavano, si passa alla semplificazione estrema degli otto Licei e alla delega alle Regioni di tutto quanto rimane dell'Istruzione Secondaria.
Tale formulazione non convince per le seguenti motivazioni....
l'attuazione della riforma della scuola secondaria superiore, così come prevista nello schema di decreto del 17 gennaio 2005 in attuazione della legge 28 marzo 2003 n. 53, da molte parti del mondo della scuola e delle imprese suscita numerose perplessità in relazione alle finalità che si intendono raggiungere e alle modalità attraverso le quali gli attuali livelli di istruzione si vorrebbero migliorare.
Non risulta comprensibile la particolare necessità di far confluire negli unici canali dei Licei e della Formazione Professionale le due modalità di proseguimento degli studi secondari, attraverso la totale soppressione degli Istituti Tecnici. Questi ultimi, da decenni, hanno costituito il canale di istruzione privilegiato da generazioni di studenti interessati a conseguire una buona preparazione culturale di base e la acquisizione di solide competenze professionali spendibili per l'inserimento nel mondo del lavoro, con qualifiche medio-alte, presso aziende private e della Pubblica Amministrazione.
Come sempre si passa da un eccesso all'altro!… Dalla miriade di indirizzi, sperimentali e non, attualmente esistenti, all'interno dei quali noi docenti progressivamente abbiamo dovuto trovare la nostra connotazione professionale, adeguando i contenuti dei programmi alle non poche sfaccettature che li caratterizzavano, si passa alla semplificazione estrema degli otto Licei e alla delega alle Regioni di tutto quanto rimane dell'Istruzione Secondaria.
Tale formulazione non convince per le seguenti motivazioni....
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